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Un italiano su 100 sceglie il car sharing

In un’Italia flagellata dall’alto tasso di inquinamento e dal traffico dovuto alle auto urge la possibilità di trovare soluzioni per ridurre il numero di vetture in circolazione. Negli ultimi anni c’è stato un susseguirsi di iniziative volte al raggiungimento di questi obiettivi, ma le due principali iniziative capaci di ottenere i risultati migliori sono state certamente il car pooling e il car sharing.
Il car pooling consiste semplicemente nel far viaggiare più persone con una stessa auto. Il car sharing invece consiste in un vero e proprio servizio commerciale, che si è rivelato in grado di incentivare gli spostamenti brevi all’interno delle aree urbane, proponendo un nuovo modello di mobilità sostenibile.

Che cos’è il car sharing?

Il car sharing è ormai associato a marchi come Enjoy (di Eni), Car2Go, Share’ngo, Swift e altri e consente di usufruire di un’automobile il cui costo viene pagato in base al tempo per cui viene utilizzata.

Il Car Sharing propone un nuovo modello di mobilità sostenibile, perché di fatto riduce l’impiego di auto private, favorendo la possibilità di condividere una stessa vettura, in momenti diversi. In altri termini si ritiene che questo nuovo trend possa favorire il passaggio dal possesso di un mezzo proprio, al semplice utilizzo a costi molto contenuti, incentivando così gli utenti a rinunciare all’acquisto di una automobile propria, nel momento in cui si può beneficiare di numerose vetture sparse per la città noleggiabili per brevi lassi di tempo e senza oneri fissi. Come funziona? Ogni iscritto al servizio prenota la vettura presso il parcheggio più vicino al luogo in cui si trova, sale a bordo e può spostarsi verso la sua destinazione, riconsegnandola direttamente al punto di arrivo, già disponibile per un eventuale utente che voglia utilizzarla per spostarsi da lì verso un nuovo punto di arrivo. Solitamente vi è un canone di iscrizione una tantum, mentre restano a carico dell’utilizzatore soltanto le quote a consumo relative all’uso del veicolo. Il titolare dell’azienda, di contro, è responsabile della manutenzione e del pagamento delle spese del veicolo, che non saranno mai applicate al cliente il quale non dovrà pagare neppure il costo del carburante.

Successo del car sharing in Italia
Negli ultimi anni il car sharing ha riscosso un notevole successo nelle città italiane. Al momento, un italiano su 100 dispone di un’iscrizione a un servizio di car sharing. Considerando che nel 2011 i numeri di abbonati erano dieci volte più bassi, appare abbastanza evidente che si tratta di un servizio in rapida espansione. Dato anche il successo nelle altre nazioni europee si ritiene che a livello globale intorno al 2020 il settore della mobilità condivisa coinvolgerà un numero di circa dodici milioni di persone.
I fattori principali che hanno reso possibile la crescita di questo settore sono abbastanza semplici da individuare. Prima di tutto i costi: infatti, abbonandosi al servizio di car sharing si possono contenere i costi di manutenzione di un’automobile, i costi di proprietà, i costi di assicurazione e ovviamente i costi di carburante e le spese straordinarie. Tale sistema risulta particolarmente conveniente soprattutto per coloro che annualmente non percorrono tanti chilometri. A favorire lo sviluppo di questo servizio sono state anche le cosiddette soluzioni free float; in pratica l’auto non ha una postazione di parcheggio predeterminata e pertanto può essere ritirata e consegnata nel parcheggio più in linea con le proprie esigenze, o più comodo per lo spostamento pianificato.
Il car sharing ha già ottenuto notevoli risultati in materia di mobilità sostenibile: per esempio, a Milano negli ultimi quattro anni sono diminuite le auto in circolazione e sono state ridotte le polveri sottili del 38% circa. Risultati simili sono stati raggiunti anche in altre città d’Italia, come a Palermo, Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Roma e in tante altre città italiane in cui il traffico automobilistico e il livello di polveri sottili hanno raggiunto livelli critici.

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