Il bilancio dei primi mesi del nuovo Codice della Strada
Calano gli incidenti e il numero delle vittime, ma serve un’applicazione omogenea della riforma e programmi di formazione per favorire un cambio culturale tra gli utenti della strada
Il nuovo Codice della Strada è stato approvato nel dicembre 2024 dal Consiglio dei Ministri e rappresenta una delle riforme più rilevanti degli ultimi anni in materia di mobilità e sicurezza urbana. In un contesto in cui i numeri degli incidenti, spesso gravi o mortali, restavano alti si è resa urgente una revisione delle regole di comportamento su strada, ma anche degli strumenti normativi e sanzionatori per garantire maggiore tutela a tutti gli utenti della strada.
La riforma ha preso forma con l’obiettivo di modernizzare le norme in vigore, aumentare l’efficacia preventiva delle sanzioni e valorizzare il ruolo dell’educazione stradale, con particolare attenzione alla protezione delle categorie più vulnerabili, come ciclisti e pedoni.
Stiamo raggiungendo gli obiettivi preposti? Quali sono i risultati a pochi mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada? Vediamo un primo bilancio.
- I primi effetti sulle statistiche: incidenti in calo
Numeri incoraggianti: si è ridotto il numero degli incidenti, e 20% di vittime in meno
- Le novità introdotte: più rigore e prevenzione
Maggiore severità, tutele rafforzate e patente a punti per neopatentati
- I punti critici ancora da affrontare
Disomogeneità nell’applicazione, segnaletica carente e sistemi informatici da aggiornare
- Un cambio culturale, non solo normativo
Non bastano le norme, bisogna lavorare sul senso di responsabilità e programmi formativi
I primi effetti sulle statistiche: incidenti in calo
Sebbene sia ancora prematuro fare bilanci definitivi, i dati raccolti in questi mesi mostrano alcuni segnali incoraggianti. Partiamo dai numeri:
Nei primi tre mesi di entrata in vigore c’è stato un calo del 20,4% delle vittime (61 vite salvate), dell’8,8% dei feriti e del 5,5% degli incidenti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le percentuali di sanzioni per guida in stato di ebbrezza (1,7% dei controlli, con 3.464 ritiri) e per guida sotto l’effetto di stupefacenti (0,2% dei controlli, con 407 ritiri) rimangono contenute. Il ritiro di 8.912 patenti per l’utilizzo del cellulare alla guida ha evidenziato un’efficace azione di contrasto verso questo comportamento pericoloso.
Si è osservato un calo degli incidenti causati dall’uso del cellulare alla guida, un risultato attribuibile all’introduzione di sanzioni più severe e alla possibilità di sospensione immediata della patente nei casi più gravi. Parallelamente, è emerso un maggiore rispetto dei limiti di velocità, soprattutto nei centri urbani e nelle aree sensibili come quelle vicine alle scuole e agli attraversamenti pedonali. Anche l’utilizzo di dispositivi di sicurezza, come caschi e cinture, ha registrato un incremento, in particolare tra i più giovani e tra gli utenti di mezzi leggeri, segno di una crescente consapevolezza dei rischi legati alla circolazione stradale.
L’attenzione alle nuove norme sembra aver prodotto un cambio di atteggiamento tra gli utenti della strada, anche se molto resta da fare per consolidare i risultati nel lungo periodo.
Le novità introdotte: più rigore e prevenzione
Il nuovo Codice della Strada ha introdotto una serie di misure concrete che intervengono su diversi fronti della sicurezza e della regolamentazione della mobilità. Tra le principali novità vi è l’inasprimento delle sanzioni per comportamenti pericolosi come l’uso del cellulare durante la guida, la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, e l’eccesso di velocità. Sono state inoltre rafforzate le tutele per pedoni e ciclisti, attraverso l’introduzione di zone a velocità ridotta, corsie protette e nuove regole di precedenza. Un’attenzione particolare è stata rivolta anche ai monopattini elettrici, per i quali, anche se si è in attesa di un decreto attuativo che ne specifichi le modalità operative, sono stati introdotti nuovi obblighi come il casco, la targa e l’assicurazione. La riforma ha previsto anche l’introduzione di un sistema di “patente a punti” per neopatentati e conducenti professionisti, con un controllo più rigoroso e continuo. Infine, sono stati attribuiti maggiori poteri ai Comuni, che ora possono installare con più autonomia autovelox e altri strumenti di rilevazione automatica delle infrazioni.
I punti critici ancora da affrontare
Nonostante i segnali positivi, emergono alcune criticità che andranno affrontate per rendere la riforma pienamente efficace:
- Applicazione non uniforme delle nuove norme tra Regioni e Comuni: in alcune zone mancano ancora gli strumenti per monitorare efficacemente i comportamenti scorretti.
- Scarsa diffusione di segnaletica adeguata per indicare le nuove regole, in particolare nelle aree urbane dove la convivenza tra pedoni, ciclisti e veicoli è più complessa.
- Difficoltà di aggiornamento dei sistemi informativi e dei database delle forze dell’ordine per gestire le nuove tipologie di sanzioni e controlli.
A queste criticità si aggiunge la necessità di una maggiore formazione degli operatori di polizia stradale e degli addetti agli enti locali per garantire che le norme vengano applicate con uniformità ed efficienza.
Un cambio culturale, non solo normativo
Uno degli elementi su cui punta con forza il nuovo Codice è l’educazione stradale, non solo per i giovani, ma per tutti i cittadini. A tal fine, il MIT ha annunciato l’attivazione di programmi formativi nelle scuole, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, e l’introduzione di contenuti aggiornati nei corsi per il conseguimento della patente. L’obiettivo è trasformare il cambiamento normativo in un cambiamento culturale, basato su responsabilità, rispetto reciproco e attenzione al contesto urbano in cui ci si muove. La sicurezza stradale, in questa prospettiva, diventa un valore condiviso, non solo un insieme di regole da rispettare.
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