Curiosità

Segnali motociclisti: i più diffusi per comunicare tra biker

Gli amanti delle due ruote utilizzano una serie di gesti per salutarsi e segnalare situazioni di pericolo. Ma anche per rafforzare la condivisione ad una passione comune.

Tra motociclisti ci si capisce al volo grazie ad un particolare codice di comunicazione facilmente comprensibile, fatto di movimenti rapidi, ammiccamenti e saluti. Negli anni si sono consolidate delle abitudini fatte di gesti che esprimono vicinanza e simpatia tra biker, accomunati dalla passione per le due ruote. Tanti segnali per differenti motivi, ma i motociclisti esperti li conoscono tutti a memoria. Vediamo come salutarsi e riconoscersi in sella della moto, dimostrando di far parte della grande famiglia dei motociclisti.


Segnali tra motociclisti: un linguaggio universale

La mano verso l’alto che sporge dalla silhouette della moto, l’indice e il medio affiancati e protesi per completare uno dei segni convenzionali dello specifico galateo motociclistico: il saluto, uno dei gesti che i motociclisti scambiano quando si incontrano durante i loro viaggi per dirsi “ciao”. La prima cosa che salta agli occhi quando conosci un motociclista, oltre all’abbigliamento, è il forte senso di appartenenza con la community dei biker. I segnali utilizzati per salutarsi o indicare situazioni di pericolo lungo il tragitto, fanno parte di un codice molto semplice e riconosciuto in tutto il mondo, che oltrepassa i confini.

Ci sono moltissime cose che si imparano per strada, ad esempio per capire in fretta quando l’automobilista davanti a voi è distratto, o se il fondo stradale è troppo scivoloso. Vediamo i segnali più significativi usati tra gli utenti delle due ruote, riservati soprattutto a chi usa moto di grossa cilindrata (non gli scooter o i monopattini elettrici).

Segnali tra motociclisti: i saluti

Non potendo sfruttare la mimica facciale a causa del casco che copre integralmente o parzialmente il volto, e nemmeno la voce che è alterata dal rumore del motore e della velocità, il linguaggio tra i motociclisti è affidato ai gesti: il più noto è senza dubbio il saluto, che si può scambiare mostrando il dito indice o l’indice e il medio del braccio sinistro messi a V, oppure allargando il piede destro, se si sta effettuando un sorpasso. In accelerazione, infatti, il saluto con il piede permette di non lasciare il manubrio e non compromettere la sicurezza stradale. In città, in mezzo al traffico, per evitare il rischio di incidenti, il saluto si limita ad un cenno con la testa.

Segnali tra motociclisti: gli avvertimenti

Non solo saluti amichevoli, ma anche un segnale di pericolo per evitare il rischio di un incidente, oppure per segnalare situazioni particolari: ad esempio quando si viaggia in gruppo, se un motociclista accende la freccia e punta verso il serbatoio con il pollice della mano sinistra, significa che la moto è in riserva, c’è urgenza di benzina ed è consigliabile fermarsi alla prossima stazione di servizio.

Per segnalare la necessità di fermarsi si utilizza lo stesso metodo: freccia accesa e mano sinistra che indica l’uscita in prossimità di un’area di sosta o di una stazione di servizio. In alternativa, se i crampi allo stomaco iniziano a farsi sentire, si può segnalare con la mano aperta dal basso rivolto verso l’alto in direzione della bocca. Stessa cosa si può dire per il pugno chiuso e il pollice verso la bocca: significa che il conducente ha sete, è arrivato il momento di bere e idratarsi.

Un altro gesto molto importante per prevenire eventuali pericoli è quello che viene fatto dal motociclista che ci viene incontro per segnalare un eventuale ostacolo in arrivo, come ad esempio delle buche o dei tombini scoperti. Muovere dall’alto verso il basso la mano sinistra a palmo aperto, significa “vai piano e stai attento”. Se invece durante il vostro giro volete rallentare e lasciar passare chi vi segue, basterà solo mettersi al lato destro della carreggiata e allargare la mano sinistra aperta.

Nel caso in cui l’asfalto fosse pericoloso a causa di una manutenzione scadente col rischio di perdita di aderenza (per esempio se è presente sabbia, olio o brecciolino), oppure in assenza di segnaletica, il gesto convenzionale è quello di strisciare leggermente il piede a terra, grazie alla protezione di uno degli stivali da moto.

Se invece avete problemi con le luci o volete segnalare a un altro biker che ha i fari spenti, utilizzate la mano sinistra che si apre e si chiude ritmicamente.

Se posizionate l’indice della mano in una direzione, state indicando che si sta per uscire dalla corsia di marcia (ad esempio indicando la prossima uscita dall’autostrada o un’uscita in un’area di servizio), oppure che si svolta alla prossima intersezione. Un buon sistema per segnalare la prossima sosta consiste nel mettere la freccia e segnalare con la mano il cartello che indica la prossima stazione di servizio. Per girare a destra, è consigliabile alzare la mano sinistra e indicare l’uscita (non si usa la mano destra per non togliere la presa dal gas).

Avete sbagliato strada? Nessun problema, un altro segnale convenzionale è quello dell’inversione di marcia: mano aperta alzata e rotazione dell’indice, e poi si riparte.

Per rallentare, segnalando autovelox o la presenza della polizia, molti motociclisti usano il lampeggio oppure fanno il segno del “basket”, ossia muovono la mano come se palleggiassero una palla, dall’alto verso il basso. Ricordiamo che sia per i motociclisti, che per gli automobilisti, segnalare in anticipo ad un altro veicolo la presenza delle forze dell’ordine o di un rilevatore della velocità, è vietato da Codice della Strada.

Alle origini del saluto tra bikers

Da dove proviene questo codice di comunicazione così particolare e articolato? Qual è la sua storia? Il saluto tra motociclisti è nato negli anni ’70, originariamente negli Stati Uniti. Era diffuso tra chi guidava le Harley Davidson, spesso reduci della guerra del Vietnam che dimostravano rispetto reciproco.

Ma c’è anche una curiosità in proposito, infatti qualcuno dice che questi gesti derivino persino dal medioevo: si narra di un cavaliere in sella a cavallo diretto verso un castello. Durante il tragitto pare che il cavaliere incontrò un secondo cavaliere proveniente dallo stesso castello e quest’ultimo lo salutò con il gesto a V in segno di vittoria, per dimostrargli di essere arrivato per primo dalla principessa amata da entrambi. Ecco quindi come sarebbe arrivata ai giorni nostri il famoso gesto di saluto a V tra motociclisti che si incontrano.

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