Viaggiare in sicurezza

Un like alla guida non vale la tua vita: la campagna che parla il linguaggio dei social per salvare vite

Le icone del digitale assumono un nuovo significato: da strumenti di connessione a segnali di pericolo. Un messaggio visivo pensato per chi guida con lo sguardo altrove, invitando a fermarsi e pensare.

Ogni giorno migliaia di persone mettono a rischio la vita per un messaggio o un like alla guida. La campagna “The Social Crash” ribalta il linguaggio dei social per lanciare un allarme potente e visivo. Dietro nomi familiari come Facebroken e Instantcrash si nasconde una realtà tragica e quotidiana. Un click che simula l’accesso a un social, ma rivela la verità: la distrazione al volante può essere fatale.

  • Quando i social si trasformano in avvisi di pericolo
    I loghi delle piattaforme più popolari diventano messaggi d’impatto
  • Tra un like e uno scroll, la guida che uccide
    Sulle strade si verificano 37.000 incidenti causati dalla distrazione con lo smartphone

Quando i social si trasformano in avvisi di pericolo

La banalità di un like o di un messaggio può trasformarsi in una tragedia. È questo il cuore della campagna The Social Crash, ideata da Mynd per AFVS – Associazione Familiari e Vittime della Strada. Un messaggio crudo ma necessario: usare lo smartphone alla guida significa rischiare la vita, senza possibilità di replay.

Il concept gioca con un cortocircuito visivo potente: i loghi dei social più popolari diventano inquietanti parodie. Ogni nome viene riscritto in chiave creativa per trasformare il linguaggio familiare del web in un grido d’allarme: Facebook diventa Facebroken, Instagram Instantcrash, WhatsApp WhatsAhh!, TikTok TikCrok, Spotify Spotyblood, YouTube YouTomb, e altri ancora. Un’operazione di comunicazione forte, che racconta il pericolo reale nascosto dietro un gesto tanto comune quanto pericoloso.

Lanciata il 21 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Selfie, la campagna è diffusa su social media e stampa. Il target sono i giovani, per i quali “uno sguardo allo smartphone” è diventato un riflesso automatico. Ogni soggetto conduce a una landing page, che simula l’accesso a un social network. Ma al click arriva il colpo di scena: “Un like alla guida non vale la tua vita.”

L’obiettivo è trasformare un gesto apparentemente innocuo in consapevolezza concreta. Parlare direttamente alla parte di noi che rischia ogni giorno per un messaggio in più. Nessun moralismo, nessuna predica: solo un click che fa riflettere e forse salva una vita.

Tra un like e uno scroll, la guida distratta può uccidere

Ogni anno in Italia oltre 37.000 incidenti sono causati dalla distrazione alla guida, e uno dei fattori principali è l’uso dello smartphone. Numeri così allarmanti non si possono ignorare: serve spezzare l’indifferenza con un impatto emotivo diretto, specialmente tra i più giovani.

Ma la campagna The Social Crash non si concentra sui numeri: al centro ci sono le persone, i sopravvissuti, i familiari, chi resta con il rimorso. Attraverso un uso consapevole dei social, vogliono ricordarci che dietro a ogni scroll o messaggio c’è una corsa potenzialmente letale.

La forza del progetto sta nella sua potenza visiva e narrativa: non è una campagna istituzionale, ma un messaggio empatico che parla direttamente alla parte impulsiva di ciascuno di noi che prende il cellulare al primo segnale del feed, mentre il cervello non immagina ancora le conseguenze.

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