Tutela degli animali: le novità del Codice della Strada
La recente riforma del codice della strada ha inserito novità anche per tutelare i nostri amici a quattro zampe.
I dati del 2023 hanno visto un importante aumento dei comportamenti irresponsabili nei confronti degli animali. Ma intervenire si può. Ecco una panoramica della regolamentazione in Italia e delle soluzioni adottate in Europa.
- I numeri italiani
Nonostante un aumento degli abbandoni registrati, esempi virtuosi dimostrano che campagne di sensibilizzazione e strutture adeguate possono contribuire a contrastare il fenomeno - Cosa accade in Europa
In Europa l’abbandono degli animali è un reato punito con multe, detenzione e risarcimento danni.
- Gli scenari futuri
In Italia, la riforma del Codice della Strada inasprisce le pene per l’abbandono degli animali
I numeri italiani
I numeri parlano chiaro, purtroppo. Nel 2023 sono stati registrati circa 85.000 abbandoni di animali, un dato preoccupante che riflette anche l’aumento del fenomeno del randagismo, che oggi coinvolge circa 350.000 animali. Rispetto al 2022, gli abbandoni sono aumentati del 9% (circa 127 abbandoni al giorno), ma la crescita è ancora più marcata rispetto al 2021, con un incremento del 20%.
Tra le cause che portano all’abbandono degli animali, spesso ci sono difficoltà economiche legate ai costi della loro gestione quotidiana. A ciò si aggiungono i cambiamenti delle abitudini di vita avvenuti dopo il lockdown: durante quel periodo, l’adozione di animali era aumentata grazie alla maggiore permanenza a casa, una condizione ideale per accogliere e accudire un cucciolo. Tuttavia, con il ritorno alla normalità, alcune persone hanno sottovalutato le responsabilità a lungo termine che la cura di un animale comporta, contribuendo all’incremento degli abbandoni.
Sebbene alcune aree del Paese siano più colpite dal fenomeno dell’abbandono e del randagismo, esistono anche esempi virtuosi in cui politiche di sensibilizzazione efficaci e strutture di accoglienza ben attrezzate hanno contribuito a contenere il problema. Città come Modena, Zocca, Bolzano e Verona si distinguono per l’attenzione verso il benessere degli animali, mostrando come un impegno concreto possa portare a risultati positivi.
Cosa accade in Europa
In tutta Europa, abbandonare un animale è considerato un reato, come stabilito dalla direttiva 2010/63/UE. Ogni Paese membro ha implementato un sistema di sanzioni che varia in base alla gravità dell’infrazione. Le pene possono includere multe, detenzione, divieto di possedere altri animali e obbligo di risarcire i danni causati all’animale, come le spese veterinarie o i danni provocati a terzi (ad esempio, incidenti stradali causati da animali vaganti).
Paesi come Francia e Belgio si distinguono per le pene più severe. In Francia, le multe possono arrivare fino a 30.000 euro e la reclusione può arrivare a 2 anni. In Belgio, la pena detentiva può arrivare fino a 3 anni. Anche nel Regno Unito, con l’Animal Welfare Act del 2006, le pene includono fino a 6 mesi di carcere e multe fino a 20.000 sterline.
Gli scenari futuri in Italia
Anche in Italia l’abbandono di animali è considerato un reato, disciplinato dall’articolo 727 del codice penale. La recente riforma del Codice della Strada, con la legge 177/2024, ha inasprito le pene previste. Abbandonare un animale non solo viola i suoi diritti, ma rappresenta anche un pericolo per la sicurezza pubblica, motivo per cui le denunce sono fortemente incoraggiate.
La nuova legge prevede un aumento della pena di un terzo se il reato viene commesso in strada, configurandolo come aggravante specifica. Inoltre, se l’abbandono avviene utilizzando un veicolo, è prevista la sospensione della patente da sei mesi a un anno. Se l’abbandono causa un incidente stradale con conseguenze per la salute, le pene sono ancora più severe:
- Reclusione da 3 mesi a 1 anno per lesioni personali gravi;
- Reclusione da 1 a 3 anni per lesioni gravissime;
- Reclusione da 2 a 7 anni per omicidio stradale.
Sebbene il fenomeno dell’abbandono e del randagismo continui a rappresentare una sfida significativa, sia in Italia che in Europa, le recenti riforme legislative e le iniziative locali dimostrano che è possibile fare progressi. Politiche di sensibilizzazione, strutture adeguate e sanzioni più severe possono contribuire a ridurre il fenomeno, promuovendo una maggiore responsabilità da parte della società nei confronti degli animali. Il cambiamento è possibile, ma richiede un impegno costante da parte di istituzioni e cittadini.
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