Quanto costa ricaricare un’auto elettrica
La mobilità elettrica offre diversi vantaggi ed è sempre più diffusa, perciò è importante conoscere le modalità di ricarica della batteria e quanto pesano i costi sulla bolletta.
Le vendite dei veicoli elettrici crescono velocemente per i vantaggi che offrono e grazie alle politiche per gli incentivi attuate in questi ultimi anni. Si stima che arriveranno a coprire un terzo del mercato mondiale dell’auto entro il 2025 e toccheranno il 51% entro il 2030. Di conseguenza bisogna provvedere a un’adeguata diffusione della rete di rifornimento “alla spina” per la ricarica della corrente, e fare alcune valutazioni sui costi e i tempi necessari per il rifornimento. Costi che cambiano a seconda di dove si fa il pieno di elettricità: colonnine pubbliche, a casa o sul luogo di lavoro. Vediamo le differenze.
- Auto elettrica: modalità di ricarica
In futuro circoleranno sempre più auto elettriche: “pure” EV e ibride plug-in PHEV
- Auto elettrica: costi e tempi di ricarica
Risparmio garantito rispetto ai carburanti tradizionali, ma le tariffe sono molto variabili.
- Auto elettrica: ricarica a casa
Soluzione comoda con una normale presa di corrente. E per accorciare i tempi ci sono i “wall box”
- Auto elettrica: ricaricare alle colonnine
In Italia la copertura dei sistemi di ricarica è abbastanza capillare. Tariffe flat o canone mensile
Auto elettrica: modalità di ricarica
Guidare vetture elettriche, sia a noleggio che di proprietà, comporta competenze specifiche sul tipo di ricarica delle batterie e sulla tecnologia impiegata. Le modalità di ricarica sono di quattro tipi; le moto elettriche o le minivetture sono predisposte per la ricarica attraverso una presa domestica o industriale, altri veicoli invece necessitano di potenza più elevata e maggiori protezioni.
Tipo 1: si tratta di una ricarica che avviene in corrente elettrica alternata (AC), fino a 16 A, tramite una presa domestica o industriale senza nessuna protezione particolare. Solitamente la si preferisce per i veicoli leggeri come le moto.
Tipo 2: si tratta di una ricarica in corrente alternata tramite una presa domestica o industriale dotata di un dispositivo di protezione “Incable Control Box” integrato nel cavo. Svolge la funzione di regolare la potenza della ricarica e monitorare i parametri di sicurezza per la corretta distribuzione dell’energia. È applicabile solo in ambito domestico e industriale.
Tipo 3: in questo caso è possibile ricaricare la vettura elettrica nelle stazioni di ricarica fissa (EVSE) dotate di nuove tecnologie che consentono di comunicare con il veicolo tramite un protocollo PWM, assolvendo alla funzione di protezione differenziale e magnetotermica, oltre a gestire l’abilitazione e gli indispensabili blocchi di sicurezza. Il veicolo può essere ricaricato in corrente trifase fino a 63 A (circa 44kW).
Tipo 4: si può effettuare una ricarica tramite una stazione fissa in corrente continua (CC) che è dotata delle funzioni di controllo e protezione. La si effettua con spina di tipo 2, per correnti fino a 80A oppure di tipo Combo, per correnti fino a 200A per una potenza della ricarica fino a 170 kW.
Con la sola eccezione della modalità di ricarica di tipo 1, tutte le altre consentono la comunicazione del dispositivo con il veicolo, per sintonizzare diversi parametri come la potenza massima consentita dal cavo, della stazione di ricarica e del dispositivo interno all’auto. Quando tutti i parametri sono in sicurezza viene abilitata l’erogazione dell’energia.
Auto elettrica: costi e tempi di ricarica
Il costo dell’energia elettrica dipende dal luogo nel quale si effettua la ricarica. Si parte dalle ricariche gratuite offerte dai ristoranti e hotel, fino alle ricariche super veloci “Fast” accelerate con un costo decisamente più elevato rispetto a tutte le restanti modalità.
In generale in Italia i costi di riferimento dell’energia elettrica possono essere dagli 0,20 €/kWh per la ricarica domestica e i 0,50 €/kW per la ricarica “Fast”. Definire un costo univoco valido per tutti è impossibile, in quanto la ricarica di un’auto elettrica effettiva dipende da alcuni fattori, tra cui le capacità della batteria.
Una ricarica può essere lenta o veloce, dipende dai diversi modelli di auto, dal tipo di caricatore di bordo, dai metodi di carica disponibili e dalle batterie. Le variabili della rete sono ricarica in AC (corrente alternata) e ricarica in DC (corrente continua). Possiamo ipotizzare delle stime di costo e di tempi sia per le ricariche domestiche che per quelle negli spazi pubblici. Vediamo le differenze.
Auto elettrica: ricarica a casa
Il luogo più conveniente dove ricaricare l’auto elettrica è a casa, con posto auto collegato all’impianto elettrico dell’abitazione. Se la potenza al contatore è limitata (ad esempio 3 kW), si possono utilizzare stazioni di ricarica con la corrente regolabile, oppure ricaricare durante la notte (momento in cui normalmente gli elettrodomestici sono spenti). Se si possiede una piccola citycar i 3 kW dell’impianto domestico possono bastare, ma se si ha la necessità di ricaricare più in fretta, l’aumento a 6kW può essere necessario.
Se invece risiedete in un condominio il discorso cambia: ricaricare nel proprio garage è possibile e non è necessario disporre di una delibera condominiale. Ma in genere si tratta di una seconda utenza, perciò serve un altro contatore.
Ipotizzando un costo medio unitario dell’energia tra 0,20-0,23 €/kWh e di voler caricare completamente una batteria da 40 kWh (di medie dimensioni e molto diffusa) si può stimare un costo di 8-9 euro per un pieno con un’autonomia di circa 270 km.
Se siete dotati di pannelli fotovoltaici si può spendere ancora meno, in autoconsumo: si evita di pagare oneri di rete e tasse, ma calcolando i costi di installazione dell’impianto la ricarica avrà un costo di circa 7-10 centesimi di euro per kWh, cioè il valore indicativo LCOE (Levelized Cost of Electricity) per l’impianto fotovoltaico residenziale in Italia.
Purtroppo il tempo di ricarica effettuata a casa può essere lungo, fino a 12 ore necessarie per riportare una batteria completamente scarica fino al 100% della sua capacità massima. Una ricarica lenta che può risultare particolarmente limitante in certi momenti della giornata, perciò per accorciare l’attesa sono disponibili delle prese evolute, chiamate “wall box” utili per aumentare la potenza di caricamento, da installare nel garage o nelle aree di pertinenza del condominio, in modo da rimettere l’auto in strada in tempi più brevi. In genere, per praticità, la “wall-box” si acquista dal fornitore di energia o da chi ci vende l’auto.
Auto elettrica: ricarica alle colonnine
In Italia la rete delle infrastrutture per la ricarica elettrica è piuttosto capillare e attualmente ci sono 8.300 colonnine abilitate alla ricarica delle auto elettriche. Caricare la batteria con questi dispositivi non è difficile, basta collegare i cavi all’auto e avvicinare alla colonnina la card (tessera magnetica) fornita dal gestore con il quale avete stipulato il contratto di fornitura. Una volta effettuato il collegamento potete vedere nel contatore i kWh se la batteria sta assorbendo energia, proprio come fosse un serbatoio per il carburante.
Anche in questo caso i prezzi variano molto a seconda del tipo di colonnina pubblica di ricarica, dalla velocità della ricarica e dall’operatore che gestisce il servizio. In Italia in media bisogna calcolare 0,45-0,50 € per kWh per utilizzare i punti di ricarica rapida sotto 50 kW e veloce da 50 kW. Inoltre si possono concordare delle tariffe a consumo elettrico, oppure flat prevedendo il pagamento di un canone mensile o annuale.
Supponendo di voler ricaricare una batteria di taglia media da 40 kWh la spesa si aggira sui 18-20 euro per un pieno completo, quindi circa il doppio in confronto a quello che si spende a casa.
Per quanto riguarda i tempi necessari per la ricarica completa, se ci si aggancia alla colonnina rapida in corrente alternata da 22 kW, serviranno circa due ore per raggiungere la completa autonomia.
Facciamo altri esempi: per un’auto con una batteria da 24 kW una ricarica completa a 3,7 kW, ad esempio, richiede circa 6 ore e mezza di tempo, mentre per una a 7,4 kW ne bastano poco più di 3. La maggior parte delle colonnine di ricarica pubblica sul territorio italiano ha comunque una potenza disponibile di 11 kW o 22 kW, quindi consentono, rispettivamente, una ricarica in 1 o 2 ore.
Con una colonnina da 50 kW il tempo per un pieno scende a circa un’ora; sopra 50 kW si entra nel campo dei rifornimenti super-veloci con punti di ricarica da 150 kW o anche più potenti, come quelli da 350 kW del consorzio Ionity che permettono di ricaricare la batteria in pochi minuti.