Uomini e robot. Benvenuti nella terra di Asimov
Prima legge: “Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che a causa del proprio mancato intervento un essere umano riceva danno”. Seconda legge: “Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché tali ordini non contravvengano alla prima legge”. Terza legge: “Un robot deve proteggere la propria esistenza purché questo non contrasti con la prima e la seconda legge”.
Nel 1950 Isaac Asimov in un romanzo fantascientifico che sarebbe poi diventato una pietra miliare del genere preconizzava il problema dell’interazione tra uomo e intelligenza artificiale. Come tutte le menti prolifiche e visionarie, anche Asimov con quel romanzo anticipò i tempi e così, ciò che negli anni quaranta del secolo scorso rappresentava un problema di ambito fantascientifico, oggi è diventato realtà con la prima discussione del Parlamento Europeo circa le leggi di governance dei robot.
Appena venti giorni fa, la commissione Affari Legali del Parlamento Europeo ha raccolto una proposta molto interessante che probabilmente troverà un’applicazione concreta nei prossimi 5-10 anni, ma che affronta un tema tanto spinoso quanto inedito, e cioè quel lungo cammino che porterà l’IA (intelligenza artificiale) a integrarsi gradualmente nella nostra vita di tutti i giorni.
La proposta è partita dal Lussemburgo e precisamente da Mady Delvaux che nel maggio 2016 ha presentato una serie di idee per normare sia la futura realizzazione dei robot, sia la loro entrata in società, se così possiamo definirla. Con questa proposta sono stati riconosciuti, per la prima volta, alcuni principi basilari della pacifica convivenza tra umani e macchine in grado di apprendere autonomamente. Tra i punti più affascinanti del recente dibattito europeo sono emerse le questioni legate ad eventuali diritti dei robot, ma anche nozioni con un risvolto totalmente pratico e rivolto ai produttori: come la dotazione di ogni macchina di un kill switch, vale a dire un interruttore che possa spegnere la macchina in caso di emergenza.
Forse, per la prima volta, stiamo assistendo alla definizione di un codice etico rivolto alle macchine. Si tratta certamente di un lungo cammino, ma che si sta compiendo in vista di scenari futuri per noi del tutto ignoti.