Disabitudine alla guida, nuovo nemico della sicurezza stradale
La pandemia ci ha obbligati ad usare meno l’auto e tante persone hanno perso confidenza alla guida. Serve prudenza per ritrovare l’abitudine, magari iniziando a guidare per brevi tragitti.
Rimettersi al volante dopo un lungo periodo di inattività con il veicolo fermo a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, non è banale come sembra. Ci si potrebbe sentire spaesati, avendo perso gli automatismi e l’abitudine a guidare nel traffico. La disabitudine è un problema in più, che si aggiunge all’uso scorretto dello smartphone al volante, soprattutto ora che è aumentato il numero delle biciclette in strada. Vediamo come sta cambiando lo scenario della mobilità urbana.
Oltre al cellulare c’è un altro rischio: la disabitudine alla guida
Dopo tanti giorni senza guidare, serve maggiore prudenza, magari iniziando con viaggi brevi
Sanzioni severe per chi guida con il cellulare
Lo smartphone resta la principale causa di distrazione alla guida
Le sanzioni non bastano, serve una nuova cultura della mobilità
Gli spostamenti in bici sono aumentati del 27%. La mobilità sta cambiando, serve una nuova mentalità
Oltre al cellulare c’è un altro rischio: la disabitudine alla guida
Uno dei maggiori problemi di salute pubblica in Italia è rappresentato dalle conseguenze socio-sanitarie degli incidenti stradali, fenomeno che negli ultimi 30 anni ha causato oltre 300.000 morti, come confermano i dati del Ministero della Sanità. La principale causa di morte per la fascia d’età 15-44 anni.
La sicurezza stradale è un tema sociale ed economico prioritario per ogni collettività, e la transitoria diminuzione degli incidenti registrata durante il lockdown, purtroppo, non è un trend affidabile sul quale illuderci che le cose stiano migliorando stabilmente. Con la ripresa delle attività, con auto e camion in strada, puntualmente anche il numero degli incidenti è nuovamente cresciuto, attestandosi in tutta Italia ai livelli pre pandemia. Con un nemico in più con il quale fare i conti: la disabitudine alla guida, che si aggiunge ai già noti e gravi problemi come l’utilizzo del cellulare e le distrazioni provocate dai device tecnologici. Molte persone, inoltre, hanno continuato a guidare durante la pandemia per recarsi al lavoro, in un contesto di traffico ridottissimo; larghi viali urbani quasi deserti o strade extraurbane con pochissimi mezzi in circolazione hanno consentito purtroppo, di spingere l’automobile ad alta velocità. Ora con il ritorno alla normalità in condizioni di forte traffico e il rischio di incidenti tornato al livello pre-covid, è necessario prestare la massima prudenza.
Una situazione che preoccupa, infatti secondo un sondaggio commissionato da Hyundai nel Regno Unito, un quinto degli automobilisti si troverebbe in difficoltà rimettendosi al volante dopo il lockdown. Prima dell’emergenza Covid mediamente si percorrevano 11 mila km all’anno, poco più di 900 al mese, da confrontare con i 140 km chilometri medi percorsi durante l’anno della pandemia.
Ne consegue che rimettersi in strada dopo un uso molto limitato della propria auto, non è una operazione banale, servono particolare cautela per ritrovare prontezza e automatismi, magari iniziando con brevi tragitti evitando gli orari più trafficati.
Sanzioni severe per chi guida con il cellulare
Usare il cellulare alla guida è pericolosissimo, il principale motivo di distrazione alla guida, eppure il problema non accenna a ridursi. Per limitare un comportamento così scorretto basterebbe pensare che l’uso del cellulare per scrivere messaggi aumenta enormemente il rischio di incidenti, perché coinvolge tutti i tipi di distrazione: manuale, visiva e cognitiva. Solo per leggere un nome sul display dello smartphone occorrono circa 3 secondi, un arco minimo di tempo sufficiente per percorrere 100 metri senza guardare la strada, a una velocità di 130 chilometri orari.
Il Codice della Strada attualmente in vigore prevede sanzioni severe e l’articolo 173, al comma 3 bis, sottolinea come la sanzione per l’uso del cellulare alla guida possa essere comminata anche in assenza di contestazione immediata. Perché il verbale sia valido è necessario che siano riportati con precisione gli estremi della violazione e l’indicazione dei motivi che hanno reso impossibile la contestazione immediata, sul posto.
Se invece le forze dell’ordine sorprendono il guidatore in strada mentre telefona, si procede con la contestazione immediata: in questo caso la sanzione va da un minimo di 165,00 ad un massimo di 661,00 euro, e in caso di nuova violazione entro due anni dalla prima, si potrà essere soggetti alla sospensione della patente di guida da uno a tre mesi.
Tra le novità attese nel nuovo Codice della Strada, attualmente in corso di approvazione in Commissione Trasporti della Camera, ci sono provvedimenti inerenti l’uso del cellulare al volante, così come del tablet o del computer, e un incremento delle sanzioni. Le multe previste in questo caso vanno dalle 422,00 alle 1.697,00 euro, con la sospensione della patente da sette giorni a due mesi, e decurtazione di cinque punti dalla patente. In caso di recidiva la sanzione crescono fino a 2.588,00 euro, con sospensione della patente da uno a tre mesi e decurtazione di 10 punti.
Le sanzioni non bastano, serve una nuova cultura della mobilità
La pandemia ha cambiato il nostro modo di spostarci e di intendere la mobilità, almeno in questo periodo, basti pensare che in Italia dopo la fine del lockdown si è registrato un aumento degli spostamenti in bicicletta, grazie alle nuove ciclabili realizzate dai Comuni e all’incentivo del bonus bici.
Secondo un rapporto di Legambiente a settembre 2020 gli spostamenti in bicicletta sono aumentati del 27,5% rispetto allo stesso mese del 2019. Dopo lo scoppio della pandemia, sono stati realizzati 193 chilometri di nuove piste ciclabili nel nostro paese. Secondo le stime di ANCMA, l’associazione dei produttori di bici italiani, nel mese di maggio 2020 si sono vendute il 60% di biciclette in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche grazie al bonus governativo.
Perciò gli automobilisti e motociclisti devono prestare la massima attenzione in un contesto che sta cambiando, caratterizzato da piccoli mezzi, agili, silenziosi, ecologici oltre ai pedoni che, specialmente con la bella stagione estiva, privilegiano le passeggiate.
Nella “nuova normalità” va messa al centro la persona, la sua incolumità e il diritto a muoversi e usufruire in sicurezza degli spazi urbani. Abbiamo bisogno di strade più sicure, ed è necessario che tutti, in particolar modo nei contesti urbani al momento meno attrezzati ad ospitare queste nuove forme di mobilità, facciano la loro parte per garantire la sicurezza stradale.
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