Neopatentati e distrazioni al volante: quanto incide lo smartphone
Uno studio americano svela un’abitudine pericolosa tra i neopatentati: il 21% del tempo al volante viene speso guardando lo smartphone. Una distrazione che appare “normale” agli occhi dei ragazzi, ma che aumenta in modo significativo il rischio di incidenti.
L’uso dello smartphone alla guida è una tentazione diffusa tra i giovani automobilisti, con conseguenze che possono compromettere seriamente la sicurezza stradale. Uno studio del Mass General Brigham – uno dei più grandi e prestigiosi sistemi ospedalieri e di ricerca degli Stati Uniti -, pubblicato su Traffic Injury Prevention, mostra che i neopatentati trascorrono in media il 21% del tempo di guida distratti dal telefono. Una quota enorme, che riduce l’attenzione sulla strada e moltiplica i rischi di incidenti. Il 70% degli intervistati ammette di aver preso l’abitudine a dare occhiate prolungate allo schermo, spesso di due secondi o più. Un tempo sufficiente a percorrere decine di metri praticamente “a occhi chiusi”.
- Più del 20% del tempo di guida se ne va tra distrazioni
Il cellulare è un riflesso quasi automatico tra i giovani alla guida - Il peso delle abitudini sociali
Tra messaggi, vocali e GPS i ragazzi si convincono di avere il controllo - Distrazioni al volante: servono nuove strategie
Rischi concreti e necessità di interventi educativi e tecnologici
Più del 20% del tempo di guida se ne va tra distrazioni
Un’analisi condotta dal Mass General Brigham e pubblicata su Traffic Injury Prevention ha coinvolto oltre 1.100 studenti americani in possesso della patente. Attraverso questionari e 20 interviste approfondite, i ricercatori hanno scoperto che in media i neopatentati trascorrono circa il 21% del tempo di guida guardando lo smartphone.
Una percentuale impressionante, che si traduce in minuti preziosi sottratti all’attenzione sulla strada. Ancora più allarmante il fatto che il 70% dei giovani dichiari di aver preso l’abitudine a dare “occhiate prolungate” al dispositivo.
Secondo lo studio, oltre un quarto di queste distrazioni dura almeno due secondi, un tempo sufficiente per percorrere decine di metri “a occhi chiusi”.
Il peso delle abitudini sociali
Perché, nonostante la consapevolezza dei pericoli e le innumerevoli campagne di sensibilizzazione, i ragazzi continuano a utilizzare il telefono mentre guidano? Gli studiosi hanno utilizzato l’Integrative Model of Behavioral Prediction, un modello che combina fattori ambientali, norme sociali e percezioni individuali. Ne emerge che molti adolescenti considerano normale distrarsi con lo smartphone perché vedono i coetanei fare lo stesso. La pressione del gruppo, unita alla dipendenza dal digitale, rafforza l’idea che questo comportamento sia accettabile. A ciò si aggiunge una convinzione illusoria: la sensazione di poter mantenere il controllo del veicolo nonostante la distrazione. Un inganno psicologico che rende ancora più difficile abbandonare questa abitudine.
Distrazioni al volante: servono nuove strategie
I risultati dello studio mettono in luce una minaccia reale per la sicurezza stradale. L’uso compulsivo dello smartphone al volante non è solo un problema di disattenzione momentanea: si tratta di un comportamento radicato che combina fattori psicologici, sociali e culturali. Per questo servono strategie mirate: campagne educative rivolte ai più giovani, strumenti tecnologici che limitino l’uso dei dispositivi alla guida e programmi scolastici in grado di mostrare concretamente quanto sia pericolosa una distrazione anche se di pochi secondi. Solo creando consapevolezza e offrendo alternative sicure sarà possibile ridurre i rischi e prevenire incidenti evitabili.
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