Codice della strada

Ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza: ecco cosa fare

Scopri cosa dice la legge e come opporti alla revoca della patente

Chi si mette al volante dovrebbe sempre adottare un comportamento responsabile, per proteggere sé e gli altri. Sulla base di questa convinzione, il legislatore ha imposto dei limiti molto stringenti sul consumo di alcol prima di guidare un veicolo.

Le sanzioni per la guida in stato di ebbrezza sono severissime e comportano il ritiro della patente. Vediamo nel dettaglio cosa prevede la normativa e cosa può fare l’automobilista che si vede ritirata la patente di guida.


Guida in stato di ebbrezza: i limiti da non superare

Per raggiungere il tasso alcolemico che impedisce di guidare nel pieno rispetto della legge, basta davvero poco, a volte anche un solo bicchiere di vino. Le misurazioni vengono effettuate dalla polizia stradale mediante l’etilometro, uno strumento in grado di misurare la quantità di alcol contenuta nell’aria che si espira.

L’alcoltest è abbastanza preciso, ma per maggiore sicurezza viene ripetuto una seconda volta, a distanza di 5 minuti, perché a volte l’esito dell’esame è alterato dalla costituzione fisica della persona.

Il tasso alcolemico da non superare è pari a 0,50 grammi/litro, perché oltre questa soglia i riflessi rallentano e si abbassa il livello di attenzione. Si tratta di un limite giudicato da molti troppo basso, ma quando si tratta di sicurezza stradale è sempre meglio adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare rischi.

Come viene rilevato il tasso alcolemico

Il funzionamento dell’etilometro è davvero semplice: basta soffiare nell’apposito boccaglio e il macchinario rileverà la presenza di alcol nell’aria che fuoresce dai polmoni. L’alcol presente nel sangue, infatti, in parte viene eliminata attraverso l’aria alveolare.

L’etilometro usato per l’alcoltest non è il solo strumento per calcolare il tasso alcolemico del conducente, ma molto spesso la polizia stradale richiede degli esami aggiuntivi da eseguire presso l’ospedale nel dipartimento di medicina legale, così da escludere qualunque errore.

Quando dall’esito degli esami risulta un tasso alcolemico al di sopra della soglia prevista dalla legge, ma anche in caso di incidente stradale e quando vi sono ragionevoli motivi per dubitare della sobrietà del conducente, gli agenti possono richiedere anche che una commissione medica proceda agli esami del sangue e all’analisi delle urine.

Si tratta di un accertamento molto più preciso e in grado di rilevare non solo il livello di alcol nel sangue, ma anche l’eventuale assunzione di sostanze stupefacenti.

Le sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza

Le sanzioni applicate in caso di guida in stato di ebbrezza variano a seconda del grado alcolemico rilevato durante gli accertamenti e peggiorano sempre più all’aumentare della quantità di alcol.

Oltre alla perdita di ben 10 punti della patente, nella maggior parte dei casi si tratta di un’ammenda accompagnata da una sanzione accessoria, come la sospensione delle patente per mesi, la revoca e, nei casi più gravi, l’arresto. Tutte questa sanzioni si applicano anche nel caso in cui si commetta l’infrazione per la prima volta.

Ecco nel dettaglio le sanzioni previste dall’art. 186 del Codice della Strada in base al tasso alcolemico:

  • Da 0,5 a 0,8 grammi/litro la sanzione pecuniaria va da 532 a 2.127 euro, a cui si aggiungono da 3 a 6 mesi di sospensione della patente. Come si può notare si tratta di pene abbastanza severe, nonostante si tratti dell’ipotesi più lieve;
  • Da 0,8 a 1,5 grammi/litro la sanzione amministrativa da pagare va da 800 a 3.200 euro. È previsto inoltre la sospensione della patente da 6 a 12 mesi e l’arresto fino a 6 mesi. In presenza di un tasso alcolemico pari o superiore a 0,8 grammi/litro, la guida in stato di ebbrezza diventa reato penale, può comportare l’applicazione di una pena detentiva e costringe il conducente a presentarsi davanti al giudice per affrontare il procedimento penale;
  • Quando si superano 1,5 grammi/litro si rischia di pagare una multa da 1.500 a 6.000 euro, a cui si vanno a sommare le pene accessorie della sospensione della patente da 1 a 2 anni e l’arresto da 6 mesi a un anno. La posizione del conducente si aggrava ulteriormente quando il veicolo appartenga a persona estranea al reato, perché in questo caso il periodo di sospensione della patente raddoppia, e anche nell’ipotesi di recidiva negli ultimi 2 anni, che comporta invece la revoca della patente. Si rischia anche il sequestro del mezzo e, dopo che la sentenza del tribunale è diventata definitiva, anche la confisca del veicolo, che diventa di proprietà dello Stato.

Aver causato un incidente in stato di ebbrezza, comporta tra l’altro anche il fermo amministrativo, a meno che il proprietario del mezzo non sia totalmente estraneo ai fatti.

Per alcune categorie di conducenti, l’art. 186 bis prevede un divieto assoluto di guida nel caso in cui abbiano assunto una bevanda alcolica. Questi soggetti sono:

  • Le persone che non abbiano ancora compiuto i 21 anni;
  • I neopatentati cha hanno la patente B da meno di 3 anni;
  • Chi effettua trasporto di cose o persone, come ad esempio gli autotrasportatori e i conducenti di taxi;
  • Chi conduce veicoli che a pieno carico superano le 3,5 tonnellate, così come anche gli autotreni, gli autoarticolati e chiunque guidi mezzi che possono trasportare più di 8 persone.

L’automobilista che commette reato, in alcuni casi ha la possibilità di evitare e convertire le pene più severe, come quelle detentive o la confisca del mezzo. In particolare la conversione può riguardare l’arresto e l’ammenda, che si possono sostituire con i lavori di pubblica utilità. Per ottenere questi benefici, può essere utile rivolgersi ad un avvocato specializzato.

Quando il giudice valuta positivamente il lavoro svolto dal trasgressore, può decidere l’estinzione del reato, ridurre la sospensione della patente e revocare la confisca del veicolo. Il provvedimento migliorativo disposto dal giudice, è possibile solo nel caso in cui il conducente non abbia usufruito di benefici precedenti dello stesso tipo.

Revoca della patente per guida in stato di ebbrezza

La revoca della patente è prevista per i conducenti per cui vige il divieto assoluto di bere prima della guida e che guidano veicoli che superano le 3,5 tonnellate. Un incidente causato da un mezzo di questo tipo può avere conseguenze devastanti e causare lesioni gravissime, soprattutto se il guidatore non è perfettamente lucido e attento.

La patente viene ritirata anche in caso di recidiva, e cioè quando il conducente ha già commesso infrazioni simili nel biennio precedente.

L’ultima violazione sanzionata con la revoca della patente è quella del tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi/litro, a cui è equiparata anche l’ipotesi della guida sotto l’effetto di droga.

Cosa fare in caso di revoca della patente

La revoca della patente è una delle conseguenze più gravi in caso di guida in stato di ebbrezza, soprattutto per chi ha necessità di guidare un mezzo per motivi di lavoro o studio. Trovarsi senza patente per mesi o in via definitiva può incidere quindi sulla capacità del soggetto di produrre reddito o portare a termine un percorso di studi.

La procedura prevede che quando gli organi accertatori ritengono che ci siano gli estremi per la revoca, inviano il verbale in Prefettura entro 5 giorni. L’ultima parola spetta quindi al prefetto, che decide entro 15 giorni dal ricevimento del verbale e può annullare in modo permanente la patente di guida.

Per evitare la revoca, l’automobilista può impugnare il provvedimento del prefetto davanti al giudice di pace o presentare ricorso al Ministero dell’Interno entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento. Una via alternativa per opporsi alla sanzione è il ricorso al T.A.R. entro 60 giorni.

Qualora non sia stato possibile evitare la revoca, l’automobilista può comunque chiedere al prefetto un permesso di guida provvisorio per motivi di lavoro o per altra esigenza imprescindibile.

Dopo il ritiro, i tempi di attesa per la revisione della patente sono abbastanza lunghi e dovranno trascorrere ben 3 anni dal decreto di condanna prima di poter riottenere la patente. Occorrerà quindi un nuovo esame della patente e bisognerà presentarsi davanti alla commissione patenti della ASL per la visita medica, al fine di ottenere il certificato di idoneità alla guida.

Una volta conseguita la nuova patente, il conducente è considerato un neopatentato, quindi dovrà rispettare tutte le restrizioni e i limiti previsti, come i limiti di velocità e il divieto assoluto di assumere alcol prima della guida.

Quando la revoca colpisce i conducenti per professione, rappresenta anche una giusta causa di licenziamento e questo aspetto della normativa dovrebbe essere un ottimo deterrente per impedire un comportamento irresponsabile alla guida.

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