Leggi e normative

Cosa fare in caso di incidente stradale con un animale: responsabilità e gestione del sinistro

I sinistri stradali con animali domestici, selvatici o randagi, comportano differenti responsabilità. In tutti i casi è obbligatorio prestare soccorso

Gli incidenti stradali possono verificarsi in molte forme e uno degli imprevisti è l’incontro con animali sulla strada. Cosa succede se un automobilista investe un cinghiale e riporta danni alla sua autovettura? Se invece si tratta di un animale domestico? In caso di incidente con un animale randagio si può ottenere un risarcimento? In questi casi è fondamentale sapere come affrontare le situazioni in termini di responsabilità e gestione del sinistro.
Vediamo cosa fare se ti trovi coinvolto in un incidente stradale con un animale.

Cosa dice il Codice della Strada
Obbligatorio prestare soccorso e mettere in sicurezza il luogo dell’incidente

Cosa fare in caso di incidenti con animali selvatici
Per animali senza proprietari ci si deve rivolgere alla Regione competente

Come comportarsi se si tratta di animali di allevamento
Responsabilità del proprietario dell’animale e del conducente del veicolo

Animali domestici che sfuggono al proprietario
Il proprietario di un animale o chi lo porta a spasso, è responsabile

Si può ottenere un risarcimento dopo un incidente con un randagio?
La casistica più complicata. Bisogna rivolgersi all’ASL

Cosa dice il Codice della Strada

La priorità immediata dopo un incidente con un animale è garantire la sicurezza di tutti i coinvolti, inclusi passeggeri e altri automobilisti. Se possibile, bisogna spostare il veicolo fuori dalla strada per evitare ulteriori pericoli e contattare le autorità competenti, come la Polizia o il servizio di emergenza locale. Poi bisogna fornire loro una descrizione accurata dell’incidente.

Se si impatta con il veicolo, automobile o moto, contro un animale di qualsiasi tipo sia, domestico, selvatico o di allevamento, è obbligatorio per legge prestare soccorso. Infatti, il Codice della Strada prevede che il reato per omissione di soccorso includa anche la mancanza di assistenza agli animali.

Bisogna segnalare il fatto alle Forze dell’Ordine – anche se l’animale ferito è fuggito – e aspettare il loro arrivo per i rilievi del caso. Questo comportamento può risultare fondamentale per ottenere un risarcimento. Scattate delle foto sia all’auto che all’animale e verificate la presenza di eventuali testimoni che possano confermare la dinamica dei fatti.

Cosa fare in caso di incidenti con animali selvatici

Se l’animale è selvatico, ossia presumibilmente non appartiene a nessuno, chi subisce danni alla sua persona o al mezzo, dovrà rivolgersi all’ente preposto a garantire la sicurezza in quel specifico tratto stradale: la Regione di competenza che detiene la responsabilità della gestione faunistica del proprio territorio su strade urbane ed extraurbane o Società Autostrade in caso di tratti autostradali. Infatti, come confermato da recenti sentenze dei Tribunali dell’Aquila e Cuneo del 2021, la presenza di animali selvatici in aree non loro dedicate e la costituzione di un pericolo per i cittadini rappresenta un atto di negligenza da parte degli enti regionali di riferimento nello svolgimento dei compiti di controllo.

A meno che non siate stati così previdenti da aver stipulato una polizza assicurativa che copra anche i danni da animali selvatici, ottenere un risarcimento potrebbe non essere semplice e nemmeno automatico.

Come comportarsi se si tratta di animali di allevamento

Cosa fare se malauguratamente venisse coinvolto in un incidente un animale di un allevamento, come ovini e bovini? In tal caso il Codice Civile, oltre ad alcune sentenze della Corte di Cassazione, stabilisce che anche chi riporta danni causati da un incidente con un animale da allevamento possa avere delle responsabilità nell’impatto. Si dovrà chiarire la propria posizione per accertare ogni possibile negligenza. Si tratta di un caso di responsabilità presunta alla quale rispondere con la prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. Sarà poi un giudice a valutare la situazione in caso di contenzioso.

Qualora tale attività non dovesse portare ai frutti sperati dall’automobilista, le spese per riparare i danni creati dovranno essere ripartire in concorso di colpa al 50% tra il guidatore stesso e il proprietario dell’animale da allevamento. La percentuale può cambiare qualora dovessero emergere degli aspetti che attribuiscono una maggiore colpa al guidatore rispetto che all’allevatore o viceversa.

Animali domestici che sfuggono al proprietario

Ipotizziamo il caso di un cane che, sfuggendo al controllo del suo padrone o di chi lo porti a spasso, provochi un incidente stradale. Chi deve pagare i danni procurati?

La responsabilità per l’incidente stradale causato da cani legati al guinzaglio e non, purché non si tratti di randagi, è regolata dall’articolo 2052 del Codice Civile. Questa norma stabilisce che il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile per i danni causati dall’animale stesso. La responsabilità vale anche in caso di animali smarriti o fuggiti, a meno che il proprietario possa dimostrare in modo inequivocabile di aver messo in atto tutte le misure di custodia possibili.

Se il responsabile dell’animale è coperto da una polizza per danni a terzi, a risarcire i danni sarà l’assicurazione.

Il proprietario potrà tentare di evitare o ridimensionare la sua responsabilità solo dimostrando che l’evento è avvenuto per caso fortuito, ossia un caso imprevedibile e inevitabile. Per rafforzare l’ipotesi del caso fortuito, il proprietario dell’animale dovrebbe fornire la prova che il conducente del veicolo abbia violato il Codice della Strada.

Si può ottenere un risarcimento dopo un incidente con un randagio?

Ovviamente anche in caso di collisione con un randagio è necessario prestare soccorso e cercare di mettere in sicurezza la zona dell’incidente. Tuttavia, da un punto di vista assicurativo ci sono poche possibilità di ottenere un risarcimento.

Il nostro ordinamento prevede comunque una responsabilità: la legge quadro n. 281/1991 infatti dispone che “la responsabilità per i danni causati dai cani randagi spetta esclusivamente all’ente cui è attribuito dalle singole normative regionali il compito di prevenire i pericoli connessi al randagismo, e quindi il compito della cattura e della custodia dei cani vaganti o randagi”.

In tutte le regioni italiane è prassi comune affidarsi alle Aziende Sanitarie Locali a cui spetta l’onere di assumersi la responsabilità di catturare e custodire i cani randagi.

Ma per essere risarciti dei danni causati da un incidente con un cane randagio, non basta più individuare l’ente competente, bisogna anche dimostrare una sua specifica colpa od omissione. La responsabilità dell’ente deve quindi dipendere da un suo comportamento colpevole e non da una responsabilità oggettiva.

 

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