Viaggiare in sicurezza

Lo smartphone è il pericolo numero uno alla guida: nuovo studio dell’agenzia NHTSA

La National Highway Traffic Safety Administration conferma la gravità dei comportamenti distratti. Inviare sms riduce i tempi di reazione nella stessa misura di quattro birre in un’ora.

I rischi di incidenti stradali crescono quando si compiono azioni secondarie che obbligano a distogliere lo sguardo dalla strada. In particolare, tra le principali cause di distrazione dei guidatori c’è l’uso del cellulare. Una pessima abitudine molto diffusa che non accenna a ridursi.
Per i neopatentati il rischio di fare un incidente legato all’azione di chiamare qualcuno al telefono o di scrivere un sms è ancora maggiore rispetto ai guidatori esperti. Parlare al telefono riduce sia l’attenzione a pericoli visibili sulla strada, sia la performance di guida in generale. La conferma arriva dalla National Highway Traffic Safety Administration, l’agenzia governativa statunitense del Ministero dei Trasporti che si occupa di sicurezza stradale.

I pericoli principali
Smartphone, messaggini e chat sono pericolosissimi. Vanno assolutamente evitati

Tempi di reazione
10 secondi con lo smartphone corrispondono a 300 metri di guida bendati
I pericoli principali

La National Highway Traffic Safety Administration o NHTSA, è un’agenzia governativa statunitense appartenente al Dipartimento dei Trasporti americano. La sua missione è di salvare vite, prevenire infortuni in seguito ad incidenti stradali, ridurre il numero di incidenti imputabili ai veicoli. Già da qualche anno i report dell’agenzia si concentrano sull’utilizzo improprio del telefono cellulare al volante, classificato con il pericolo numero uno.

Secondo l’ultima indagine condotta dall’ente l’utilizzo dei telefoni è una delle più rilevanti cause di incidenti stradali. Il rapporto della NHTSA si riferisce agli Stati Uniti d’America, ma anche altre reportistiche realizzate in Europa e in Italia confermano questa realtà. Basti pensare che, secondo le stime, nel 2021 in Italia, la guida distratta o l’andamento indeciso sono stati il motivo del 15,4% del totale degli incidenti, seguiti dal mancato rispetto di precedenza o del semaforo, velocità troppo elevata e manovre irregolari.

Tempi di reazione

Le statistiche sono chiarissime e inequivocabili: il 24% degli incidenti sono causati dall’uso smodato dei telefonini alla guida. Utilizzare un telefono mentre si è al volante impedisce di mantenere lo sguardo sulla strada, interferendo negativamente sui tempi di reazione e sull’attenzione dei conducenti, con gravi rischi per la sicurezza.

Inviare dei messaggi durante la guida riduce i tempi di reazione al volante nella stessa misura di quattro birre assunte in un’ora.

Se ipotizziamo, mediamente, di impiegare 7 secondi per rispondere a un messaggio di testo sullo smartphone, viaggiando a 50 km/h è come se si percorressero quasi 100 metri al buio, senza vedere quello che accade davanti a noi. Sulle strade extra urbane o in autostrada la situazione diventa ancora più grave perché la velocità è nettamente superiore, e quando si arriva a prendere atto della presenza di un ostacolo sulla carreggiata o anche della vettura che ci precede, non c’è tempo né spazio sufficiente per frenare.

Inviare un brevissimo messaggio tramite sms o Whatsapp richiede un tempo di circa 10 secondi, durante i quali si percorrono circa 300 metri senza prestare attenzione alla strada. Quando si scatta un selfie, ci si distrae per 14 secondi che equivale a guidare bendati per 400 metri di strada. Per consultare un social network si possono impiegare fino a 20 secondi.

Numeri impressionanti, basterebbe rifletterci per comprendere i rischi che le banali distrazioni possono provocare. Eppure, la percezione pubblica del fenomeno resta leggera e i comportamenti sbagliati non si riducono in modo consistente.

I guidatori che si sentono più sicuri di sé stessi è più probabile che cedano alla distrazione da smartphone, in quanto credono di poter risolvere eventuali problemi casomai si presentassero. Questa percezione illusoria di invulnerabilità, molto frequente principalmente tra i più giovani, può portare a intraprendere diversi comportamenti a rischio.

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