Leggi e normative

I tempi di prescrizione delle multe

Quando le multe non vengono notificate entro i termini, non vanno pagate. Ecco i tempi e le procedure da conoscere per evitare le sanzioni e fare ricorso.

Siamo abituati a inseguire le scadenze tutte le volte che dobbiamo pagare tasse o sanzioni, ma ci sono dei termini che giocano invece a favore di noi automobilisti. È il caso del termine di prescrizione delle multe, che libera il trasgressore dell’obbligo di pagare per decorrenza dei termini.

Anche i comuni e gli enti incaricati della riscossione sono tenuti a rispettare i tempi previsti dalla legge italiana, altrimenti il procedimento di riscossione va in prescrizione. È bene quindi conoscere quali sono queste tempistiche, come funzionano e quando invece è possibile contestare la contravvenzione.

Scopi i termini di legge previsti per la notifica del verbale

Quando la multa va in prescrizione e non devi più pagarla

La procedura di ricorso presso il Prefetto

Ecco come rivolgersi al Giudice di Pace per far annullare la multa

I dispositivi da conoscere che rilevano le multe e quelli che ti permettono di evitarle


Tempi di notifica

L’agente che si occupa dell’accertamento dell’infrazione, può contestare subito la violazione al conducente, ma in alcuni casi questo non è possibile. Pensiamo ad esempio alle multe per eccesso di velocità o alla guida senza le cinture di sicurezza in una strada a scorrimento veloce.

Quando la contestazione della violazione, ad esempio per un divieto di sosta, non è immediata, secondo l’art. 201 del Codice della Strada la multa va notificata al trasgressore entro 90 giorni dalla data dell’accertamento. In questo caso nel verbale bisogna indicare anche il motivo per cui non è stato possibile procedere alla contestazione immediata. Qualora il trasgressore abbia la residenza all’estero, i tempi si allungano fino a 360 giorni.

Di norma il termine dei 90 giorni inizia a decorrere dal giorno dell’accertamento, ma quando l’identità di chi ha commesso la violazione venga accertata solo in un secondo momento, i 90 giorni iniziano a decorrere dal giorno in cui la pubblica amministrazione riesce a identificare il trasgressore.

Tempi di prescrizione di una multa

I termini previsti per la prima notifica del verbale non vanno confusi con i tempi di prescrizione della sanzione amministrativa. Infatti occorrono ben 5 anni prima che la multa vada in prescrizione. Quindi se passano 5 anni dalla violazione senza che venga notificato il verbale al trasgressore, la multa si estingue in automatico e l’automobilista non deve pagare la relativa somma di denaro.

La consegna della notifica da parte dell’ufficiale giudiziario comporta invece la sospensione dei termini di prescrizione e a partire da quel momento iniziano invece a decorrere i termini previsti per la riscossione, pari a 5 anni.

Inoltre ogni ulteriore sollecito di pagamento, preavviso di fermo amministrativo o avviso di iscrizione di ipoteca, azzera il periodo di prescrizione di 5 anni, che comincia nuovamente a decorrere a partire dalla data della nuova notifica.

Come abbiamo visto, un ritardo da parte del Comune o dell’organo di competenza, legittima il trasgressore a non pagare, ma in questi casi il consiglio più importante da seguire è fare molta attenzione alla data della violazione.

Infatti, è possibile che il conducente riceva la notifica dopo 5 anni dall’infrazione. Ogni notifica o sollecito di pagamento ricevuto dopo questo periodo di 5 anni, rende illegittima la notifica stessa, perché il credito si è ormai estinto.

I termini di decadenza vanno rispettati anche quando la multa è di spettanza comunale, ma l’ente abbia incaricato un agente della riscossione per il recupero del credito. Tra l’altro anche la cartella esattoriale dell’Agenzia delle Entrate (prima affidate ad Equitalia) è soggetta ad un termine di scadenza, che ha una durata di 2 anni da quando il Comune ha consegnato il ruolo.

Da gennaio 2008, qualora non venga rispettato il termine di decadenza della cartella esattoriale, le multe previste dal decreto legislativo n. 285/92 comma 7, rimangono comunque valide (sempre che non siano già trascorsi i 5 anni di prescrizione), ma non saranno più oggetto di un procedimento coatto di riscossione.

Se invece la cartella di pagamento è stata recapitata nei termini di legge, chi ha commesso le violazioni deve effettuare il versamento richiesto entro 60 giorni. In caso contrario, potrebbe andare incontro a conseguenze ben più gravi, come il pignoramento o il fermo amministrativo del veicolo.

Si tratta di dettagli importanti per il trasgressore che vuole difendersi e presentare opposizione contro il provvedimento. Vediamo allora come fare per contestare la multa e presentare ricorso contro la contravvenzione.

Come contestare una multa presso il Prefetto

Il cittadino che vuole contestare una multa ha davanti a sé due strade: presentare ricorso al Prefetto oppure al Giudice di Pace. In entrambi i casi la procedura non richiede l’intervento di un legale e affinché il ricorso sia possibile, è necessario che la contravvenzione non sia stata pagata.

Il ricorso presso il Prefetto è gratuito e va presentato entro 60 giorni dalla data delle infrazioni o dal giorno della notifica. La richiesta si presenta in carta semplice e va inviata mediante raccomandata con avviso di ricevimento.

Le informazioni da indicare sono tutte quelle necessarie per lo svolgimento dell’istruttoria, come i dati anagrafici del richiedente, quelli del veicolo, gli estremi del verbale e il motivo del ricorso. Bisogna allegare anche copia del verbale ed eventuali fotografie che possano risultare utili per ottenere l’annullamento della contravvenzione.

Bisogna attendere fino a 120 giorni per avere un riscontro dal Prefetto e la sua decisione può essere di accoglimento o rigetto del ricorso. L’assenza di un provvedimento nell’arco di 120 giorni equivale invece all’accoglimento della richiesta del guidatore.

In caso di rigetto del ricorso, l’ingiunzione di pagamento dev’essere notificata entro 150 giorni e a partire da questa data il debitore ha 30 giorni di tempo per pagare gli importi corrispondenti. L’ordinanza del Prefetto può comunque essere impugnata davanti al Giudice di Pace, quindi il trasgressore ha ancora una possibilità di evitare il pagamento della multa.

Come fare ricorso presso il Giudice di Pace

In alternativa al ricorso presso il Prefetto, l’automobilista può rivolgersi al Giudice di Pace e presentare la relativa richiesta entro 30 giorni dall’accertamento o dalla notifica del verbale. In questo caso il ricorso ha dei costi, che rimangono comunque piuttosto contenuti e al momento sono pari a 43€ nel caso in cui la multa abbia un importo inferiore a 1.100€.

Oltre alla dichiarazione che illustra i motivi del ricorso, bisogna allegare anche la copia dei documenti di riconoscimento, del verbale, dei documenti necessari alla decisione e della ricevuta dell’imposta di 43€.

Il Giudice di Pace ha il potere di confermare la sanzione, annullarla o modificarla, ma anche in questo caso la sua decisione non è definitiva. In caso di rigetto il richiedente ha il diritto di impugnare l’ordinanza del giudice davanti al Tribunale entro 30 giorni della notifica, nella speranza di ottenere un’ultima sentenza favorevole.

Multe e tecnologia

Sebbene in presenza dei necessari presupposti esista la possibilità di ottenere l’annullamento della multa per una violazione commessa col proprio veicolo, si tratta pur sempre di grattacapi che ogni automobilista eviterebbe con piacere.

Qualche aiuto in tal senso potrebbe arrivare dalla tecnologia e in particolar modo dalle applicazioni per smartphone che ci permettono di conoscere la posizione degli autovelox o di monitorare il nostro stesso stile di guida, così da favorire una maggiore responsabilità al volante. Vale quindi la pena dare uno sguardo alle ultime app che si rivolgono proprio ai guidatori.

Se la tecnologia può essere una preziosa alleata per evitare le multe, in realtà anche le forze dell’ordine e la polizia stradale ne fanno ampio uso per rilevare le violazioni più frequenti. Al vecchio autovelox oggi si sono aggiunti altri dispositivi tecnologici, come lo Scout Speed, un rilevatore di velocità installato dentro le auto della Polizia attraverso cui far rispettare tutti i limiti di velocità.

Anche lo Street Control è installato sulle vetture delle forze dell’ordine, ma è ancora più innovativo, perché può rilevare infrazioni di vario tipo. Sosta vietata o in doppia fila, accessi non consentiti alle ZTL e vetture senza copertura assicurativa: grazie al tecnologico Street Control, queste violazioni non restano impunite.

Se è vero che le novità in fatto di tecnologia sono sempre più numerose, ogni conducente farebbe bene a trasformare la guida sicura e responsabile in una vera e propria abitudine, perché i dispositivi che rilevano le violazioni non fanno sconti a nessuno.

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